Ricerca

Io sono la Notte

Dondolo sulle onde di un passato che prende a schiaffi il presente…

Mai più.

Non dimenticherò la prima volta in cui ci siamo parlati, in cui ho pensato che non mi stavi nemmeno troppo simpatico. Non dimenticherò la prima volta in cui mi hai fatto cambiare idea, la prima volta in cui ti ho guardato e ho deciso che potevi restare nei miei giorni, tra i miei casini, tra le mie speranze. Non dimenticherò tutte le volte in cui stavamo per arrenderci e tutte le volte in cui, però, non l’abbiamo fatto. Non dimenticherò il male che mi hai fatto quel giorno. Non dimenticherò le notti passate a sognarti, le mattine passate con la nausea perché non c’eri, le lacrime impossibili da trattenere ovunque: in mezzo alla strada, sui mezzi pubblici, sotto la pioggia, sulla spiaggia, a lavoro, in vacanza. Non dimenticherò che è finita, che siamo finiti, che non torneremo. Non dimenticherò niente. Non dimenticherò quanto ti ho amato. E’ stato meraviglioso. Non ti dimenticherò mai, nemmeno quando amerò di nuovo; sarai sempre con me. Non voglio dimenticare niente, soprattutto il male. Lo faccio per non venirti a cercare. Mai più.

Sotto la pioggia eravamo più vicini. Adesso ognuno ha la sua ombra.

Te la ricordi la pioggia?
Era sottile, sembrava non bagniarci affatto, mentre intorno il mondo si era fermato e le nostre labbra si toccavano, eravamo fradici, ma non ci importava, c’era il mare a farci da sfondo e un amore che sembrava da film. Forse è proprio per quello che non poteva durare, la vita non è un film, e la felicità quando è così prepotente ha vita breve.
La realtà è che chi non affronta la vita anche nel dolore, non si merita di poter amare anche sotto la pioggia. E tu non meritavi tutto quell’amore che ti ho dato. Non meritavi la mia dolcezza, le mie carezze, i miei occhi pieni di te. Non meritavi il mio crederci fino a vedere un futuro con te, non meritavi il mio esserci sempre, non meritavi la priorità che ti avevo dato nella mia vita.
Non meritavi la mia pazienza, i miei piccoli gesti, il mio venirti incontro. Non meritavi le parole che ti dedicavo, la profondità con la quale scrivevo di quell’amore che sentivo. Non meritavi le mie labbra, le mie carezze, il mio corpo, la mia mente, il mio cuore. Non meritavi i miei sorrisi, i miei sogni, i miei progetti.
Meritavi la mia rabbia, meritavi la mia delusione, meritavi la mia indifferenza.

Tu meriti la pioggia, ma senza me.
Io merito la felicità, ma senza di te.

Ohne herz

“L’ amore ti faceva male. Il sesso era più semplice,ma dovevi sdoppiarti, non portare con te quell’altra te stessa che era docile e fragile, dolce, insicura. Col sesso potevi giocarci e fregartene. Col cuore no. Presto o tardi l avresti rotto.

Quando vuoi sentirti addosso un’altro odore, un’altro corpo, un’altro peso, altre mani che non siano più le sue. Quando non senti più niente, quando l’unica cosa che pulsa è il desiderio irrefrenabile di altre mani, di mani grandi che niente hanno a che fare con l’amore, con la dolcezza. Mani che prendono con forza, che lasciano lividi lì dove c’erano carezze, mani che sanno di desiderio, di libertà, di follia. Quando smetti di pensare al dolore e ti immergi in un odore nuovo e penetrante che ti fotte il cervello. Quando tutto è un respiro affannato, sudore, e giochi di labbra che si mordono. Quando dimentichi l’amore, quando c’è il sesso a liberarti dei demoni. Quando la dolcezza diventa un ricordo e la passione ti sazia di libertà. Quando il cuore non puoi romperlo, perché batte su un corpo che non sa nemmeno chi sei. Quando vuoi solo sentire quella tachicardia causata dalla chimica, quando il sesso la fa da padrona. Quando smetti di amare, e non senti più alcun dolore.

Vuoto.

Ogni volta che apro il portone di casa, anche se non ci sto pensando, anche se non vorrei, guardo a sinistra e ci rivedo lì, in quell’incavo a parlare fino alle 4 di mattina. Ci rivedo lì a sentire l’elettricità che sale, la voglia di sentirci addosso. Respiro, respiro, cerco di non piangere, c’è la metto tutta ogni fottuta volta. Ma puntualmente crollo.
Rivedo ogni cosa, sento ogni cosa ancora vivida in me. È come una voragine, c’è l’ho nel petto, non si riempie con niente, è lì, sempre.
Tutte le volte che qualcuno o qualcosa mi fa ridere, io mi giro a cercarti, mi giro a cercare i tuoi occhi, ma tu non ci sei più e quella risata diventa un po’ triste, quel momento diventa meno divertente.
Ogni volta che faccio un passo avanti per me, ogni volta che mi sento libera di vivere, il vuoto si fa sentire, è come un promemoria che mi ricorda che qualsiasi cosa io faccia, tu non ci sei e non ci sarai più.
Perché la verità è che non ci sei più, ma io ti sento ovunque, e quel vuoto ha scavato dentro me fino a prendere la tua forma. E certe assenze non le puoi riempire con niente. Puoi solo imparare a conviverci.

E ti ho lasciato andare perché ti amo.
Ma una parte di me, quella con cui lotto ogni giorno, mi fa risuonare nella mente domande inutili.
Mi ami ancora?
O forse di più?
Penserai mai, quando toccherai un’altra, che anche la sua pelle sia così familiare da sentire che fa parte della tua stessa pelle?
Ti manco da quando sono andata via?
Da quandoa casa è vuota e non è più un po’ nostra ma solo tua, ti senti come se mancasse qualcosa alla tua vita?
Mille domande si accavallano, immaginate potenziali risposte ne lasciano scaturire altre.
Tutto quello che è stato mi fende il petto in due e spesso non mi sembra di riuscire a respirare.
Ma io ti voglio felice, a briglie sciolte, con gli occhi pieni di vita come quelli che avevi un tempo quando mi guardavi desideroso.
E ti auguro di avere tutto quello che io non posso darti, pur volendolo. Pur volendoti ancora. Pur amandoti ancora…

Ci pensi mai?

È da un po’ di tempo
che ti penso sempre,
dicono che pensarci
non risolva niente.

Ho amato quei tuoi occhi da subito,
quando guardavano i miei
e diventavano liquidi
Hai gli occhi che parlano
come quelli miei,
conosco a memoria
tutti i tuoi nei,
erano il mio cielo stellato.

Vorrei le tue mani addosso,
per mandare via i demoni adesso.
Colpisci dentro il petto,
non mi sposto,
potevo mostrarti ció che non mostro,
smetterla di sentirmi un mostro.

Eri magia.
Come quelle cose che non ti aspettavi,
come la corrente che mi provocavi.
Vorrei svegliarmi con te domani,
ma mi sei scivolato dalle mani,
come un disegno imperfetto,
lasciato in fondo al cassetto.

Ci pensi mai?

Non siamo stati solo guai.

Casa.

Hai presente quando ti guardo e ti tengo le mani sul viso? In quel momento vorrei dirti tante di quelle cose, ma mi si fermano sempre le parole in gola, così cerco di farti sentire con gli occhi ciò che provo.
Non lo so se ti arriva, non so, se anche solo un po’ ti sfiorano i miei pensieri, io sento una scossa prepotente nel cuore ogni volta che mi sei vicino, che pian piano si trasforma in tepore, come il tepore di un focolare, come il tepore che si sente quando si torna a casa da un lunghissimo viaggio. Ecco, è così che mi sento, come se finalmente fossi tornata a casa. Perché, sembrerà una frase banale, o una di quelle frasi fatte che si leggono nei baci perugina, ma non c’è frase più vera per spiegarti quanto è grande, quanto è bello, l’amore che sento per te : tu sei casa mia.

Sei.

Sei qualcosa che non riesco a spiegare con parole semplici, proverò a fartelo capire pensando a tutto ciò che ti rassomiglia.
Tu sei la luce che illumina la mia finestra al mattino, sei quella brezza fresca che ti accarezza nei giorni di afa, sei le fusa di un gatto che si accoccola su di te quando fa freddo. Sei il sole dopo la tempesta che mi scalda il viso, sei quella giostra su cui da bambina mi divertivo tanto da dimenticare le lacrime, sei il girasole più alto che punta verso il cielo, sei quel fiore che cresce ribelle tra le erbacce e mette il sorriso. Sei l’ultima fetta della mia torta preferita, sei un bacio sulla fronte di quelli che mi dava mio nonno, sei la stella che fa più luce nel buio della notte. Sei quel prato di papaveri dove correvo da bambina, sei la spiaggia di notte dove mi metto a sognare, sei la prima volta che ho ballato senza vergona. Sei il blu del cielo dove io mi perdo, sei la canzone che canto a squarciagola, sei la dolcezza che credevo di non avere. Sei la prima volta che ho cantato davanti alla folla, sei quella lacrima che versò mio nonno dall’emozione, sei l’orgoglio che provo per me quel giorno. Sei le coperte rimboccare in inverno, sei il fuoco che ti scalda quando è freddo, sei la prima vacanza divertente. Sei come il mio più grande sogno che non ti ho mai raccontato, sei l’orso blu che da bambina stingevo gelosamente a me, sei la vaniglia che avvolge e mi inebria. Sei il sorriso di un neonato e i primi passi di un bambino, sei l’abbraccio di una madre, sei la tenerezza, sei la sincerità, sei l’amore, sei i ricordi che fanno venire le lacrime di gioia, sei i domani speranzosi.
Sei tutte le cose belle che riesco a immaginare, sei tutte le cose spontanee e semplici che la vita mi aveva tolto. Sei la rivincita di una vita.

A sedici anni sei l’amore, dopo sei la vita: Lettera a mio fratello.

Un soffio d’aria gelida che quasi mi taglia la faccia, eppure è il primo giugno il caldo già toglie il fiato e l’odore del mare già mi è entrato nei pensieri, le stelle già sono più grandi, la luna mi guarda sicura e imponente e mi dice che almeno tu ti salverai, che almeno tu potrai riprenderti gran parte della felicità che a sedici anni ti spetta.
Questa notte prenderà con se le mie speranze e le metterà in una valigia che domattina porterai con te.
Ricorda che a sedici anni sei l’amore, dopo sei la vita, che tutto quello che oggi sembra ucciderti domani ti farà sorridere e ti porterà a diventare l’uomo meraviglioso che sono sicura diventerai, domattina piangerai e già so che mi farai male al cuore, male come nessuno potrebbe farmene, ti abbraccerò e ti dirò qualcosa per farti sorridere perché sono la tua sorellona, la tua roccia che ormai ti arriva al petto, ma pur sempre la tua roccia, ti darò la cosa più cara che ho e tu capirai, che anche lontana, anche così “dura” io ci sarò. Non esitare mai a chiamarmi. Mai.
Riprenditi l’amore, riprenditi la vita, ridi, esplodi di gioia, sii curioso, circondati di cose vere e belle, mangia la vita, ubriacati di tutto l’amore che trovi in giro e ricordati: è ovunque, non solo nelle persone, prendine più che puoi, non esserne mai sazio, abusane. Innamorati dei tramonti, delle stelle più grandi, non vergognarti mai di piangere, ne tantomeno di essere quello che sei. Osa, non far si che la paura ti blocchi, mai! Siii dolce, sempre anche se la vita ti farà male, tu non perdere mai la dolcezza, non far si che ti inaridisca.
Ama, ama la vita, nonostante tutto, nonostante tutti.
Ti amo, ora e sempre, come quando eri uno scricciolo che chiamavo broccoletto.

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Su ↑